È inutile, l’estate vola sempre via presto e non la possiamo fermare… Alcuni la preferiscono, altri invece adorano il freddo e l’inverno, ma anche le stagioni intermedie hanno il loro fascino. L’autunno, per esempio, ci incanta soprattutto per i suoi colori. E per i bambini l’autunno può diventare un momento felice di scoperte e di attività all’aria aperta, prima di chiudersi in casa a causa delle rigide temperature.
Partiamo proprio dai colori.
Se siete in alta montagna, il colore giallo dorato dei larici ci mostra un paesaggio variegato, una sorta di mosaico colorato con tutte le tonalità del giallo, del marrone, dell’arancione e ai ragazzi potete parlare di piante sempreverdi e di piante caducifogle, ricordando loro che il larice è l’unica conifera che perde le foglie (ecco perché forma quelle macchie giallo dorate).
In autunno, infatti, cadono le foglie…
Ai bambini è semplice da spiegare: la pianta, arrivando l’inverno, va in una sorta di letargo ed è costretta a rallentare tutte le sue funzioni. “Perché?” Il peggior nemico della pianta in inverno è il ghiaccio. Se l’acqua contenuta nelle foglie ghiaccia, la pianta non può sopravvivere, così le foglie si arricchiscono di sostanze di scarto (giallo-marroni) e cadono a terra e la pianta per il periodo invernale non compie la fotosintesi clorofilliana (cioè quella funzione attraverso cui si nutre). Rallentando al massimo tutti i movimenti di acqua e liquidi interni, non trasporta più nutrimento alle sue foglie che a questo punto cadono a terra. Tutto questo per proteggersi dal gelo.
Ricordiamo poi ai bambini che sopra una certa altitudine, in alta montagna, non esistono più le condizioni di sopravvivenza per gli alberi ed è per questo che ad alte quote troviamo solo piccoli arbusti, erbe e licheni, più adatti a proteggersi dal freddo rispetto agli alberi, grazie al loro portamento raccolto e a semi-sfera o alla fitta peluria delle foglie e talvolta dei fusticini (per esempio la stella alpina ricoperta da una specie di lanuggine).
Se siete in collina, avrete modo di osservare da lontano parecchie macchie cromatiche e il vostro mosaico di colori sarà variegatissimo. In queste zone, infatti, le piante caducifoglie sono tantissime: querce, frassini, olmi, aceri, etc. ogni specie con la propria tonalità di giallo-marrone delle foglie.
Se siete al mare, invece, le essenze che perdono le foglie sono molto meno. Infatti le temperature sono più miti anche d’inverno. Qui dominano le piante della macchia mediterranea (arbusti vari come erica, cisto, timo, rosmarino, ecc.), spesso sempreverdi e la quercia mediterranea (leccio) con le sue foglie medio-piccole, spesse e verde scuro, lucide sopra (nella pagina superiore) e verde più chiaro e con una fitta peluria sotto (nella pagina inferiore), che in questo caso le protegge non dal freddo, ma dalla disidratazione.
Dopo aver descritto attraverso la caratteristica delle caducifoglie e delle sempreverdi, gli ambienti vegetali (boschi e arbusteti) che potete trovare nei tre ambienti di montagna, collina e mare, con particolare accenno ai colori dell’autunno, vediamo ora qualche attività ludico-didattica che potete svolgere con i bambini, proprio a partire dalle foglie.
Occorrente: fogli ruvidi da disegno - pastelli a cera.
Istruzioni per l’uso:
La composizione risulterà molto artistica se riuscirete a fare il frottage a più foglie nell’ambito dello stesso foglio (scusate il gioco di parole…) utilizzando colori diversi e sbizzarrendovi sugli accostamenti cromatici… Ovviamente, usando colori diversi dal verde, l’opera sarà astratta!
Con la stessa tecnica del frottage diventa molto interessante lavorare anche “ricalcando” la corteccia degli alberi. E scoprirete che, a seconda della specie arborea incontrata, il vostro lavoro metterà in luce le differenti tipologie di corteccia (scientificamente detta “scorza”). Sarà bello osservare i vari colori e le diverse sfumature di marrone, le cortecce lisce, le cortecce ruvide, quelle con puntini (scientificamente ticchiolature), etc.
Chiedete ai vostri bambini di cercarne una per ogni tipologia (per forma, per margine, per nervature), come dallo schema proposto. Difficile trovare tutte le tipologie rappresentate, ma sarà una bella sfida!
Ricordatevi che i nostri piccoli “botanici”, come si conviene in ogni tipo di ricerca sul campo, dovranno essere molto attenti all’ambiente, al bosco e alle sue risorse: basterà un solo esemplare per tipo di foglia e, se in compagnia, ottimizzare la raccolta! In poche parole dobbiamo imparare dalla natura a non sprecare! Infatti, le stesse foglie cadute non andranno perse, ma rientreranno nel ciclo vitale, andando a comporre l’humus.
Laboratorio didattico a cura di Alessandra Gentile