A guardare il panorama generale e al contesto attuale per quanto riguarda la salute riproduttiva delle donne e la possibilità di ricorrere a una interruzione di gravidanza in sicurezza e in piena libertà, non c'è da stare tranquille. In tutto il mondo sembra che il patriarcato stia attuando una vera e propria politica di backlash, che con un colpo di coda, una trincea reazionaria intende riportarci indietro di decenni, per tornare ad avere il controllo pieno sulle vite delle donne e sulle loro scelte riproduttive. Trump sbandiera fieramente il suo antiabortismo, arrivando a prospettare anche punizioni per le donne che decidono di abortire e per i medici abortisti.
A Varsavia (e in contemporanea in altre 15 città polacche), lo scorso 3 aprile migliaia di persone hanno manifestato davanti alla sede del Parlamento Polacco contro il progetto di legge (presentato dalle associazioni pro-life con il sostegno della Conferenza Episcopale polacca e del nuovo governo guidato dal partito nazional-conservatore) che vorrebbe vietare totalmente l'aborto, tranne nel caso di pericolo di vita della donna. Il testo di riforma prevede che le persone che partecipano ad un aborto illegale siano punite con cinque anni di carcere, anziché gli attuali due. Oggi l'aborto in Polonia è illegale tranne che nei seguenti casi: quando la gravidanza è il risultato di stupro o incesto, quando la vita della donna è in pericolo, quando il feto è gravemente malformato.
A questo punto occorre chiarire alcune cose.
Essere favorevoli a una legge che assicuri la salute della donna e la sua libertà di scelta in tema di maternità, significa essere aperti a una possibilità che non deve mai essere negata e che va garantita per evitare che la donna torni a pratiche clandestine e pericolose.
Il prezzemolo, i ferri da calza, i farmaci antiulcera non devono più essere la soluzione, pretendiamo che ci sia una prestazione sicura e adeguata, legale e gratuita, che sia chirurgica o farmacologica, ma tuteli la salute e la vita delle donne.
A casa nostra non siamo certo da meno. Il 9 aprile tornano i No-194 a Milano (in contemporanea anche a Caserta), con la solita sfilata dalle ore 15 alle ore 18, il quinto corteo nazionale, con partenza da piazzale Cadorna. Obiettivo referendum abrogativo della legge 194 - Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza.
C'è una gran confusione e disinformazione, spesso strumentale. Basta vedere la riluttanza dei farmacisti a vendere la pillola del giorno dopo e quella dei cinque giorni dopo senza bisogno di ricetta medica per le maggiorenni. Nonostante le decisioni dell'Aifa c'è chi si inventa mille scuse per non fornirla. Per chi non lo sapesse, si tratta di contraccettivi di emergenza che agiscono sull'ovulazione e non sono assolutamente farmaci abortivi.
Manca l'informazione e una educazione adeguata, precoce, a una sessualità consapevole, alle malattie sessualmente trasmissibili (MTS), a un uso corretto dei contraccettivi e dei preservativi. Quello che nel nostro Paese manca è un approccio sistemico e strutturato per la prevenzione delle gravidanze indesiderate e delle MST. Una gravidanza su cinque, cioè il 20%, in Italia è indesiderata, in Lombardia dal 2010 c'è stata un'impennata delle gravidanze precoci, sono il 31% in più. Le adolescenti che diventano mamme nella sola Lombardia sono, ogni anno, 2.600. Tutto normale? La Regione Lombardia da anni mette a disposizione i fondi Nasko e Cresco, ci sono ospedali che forniscono supporto alle neomamme in difficoltà, con fondi sempre più scarsi. Ma la soluzione non può e non deve essere questa. Un figlio non è monetizzabile ed è per sempre, quindi non si può imporre una maternità MAI! Non dobbiamo lasciar passare la mentalità secondo cui tanto la soluzione si trova e che se resti incinta qualcuno per te provvederà, supportandoti. Non possiamo pensare che sia normale avere un'esplosione di maternità in età adolescenziale. Una adolescente deve essere informata adeguatamente, deve proteggersi dalle malattie, deve fare ed essere incoraggiata a fare altre mille cose prima di diventare madre, e comunque dovrà deciderlo consapevolmente. Le maternità casuali e indesiderate devono essere l'eccezione, questi numeri sono un segnale di un problema enorme, di un ritardo e di una ignoranza enormi. Non vogliamo educare i nostri figli ad avere una vita sessuale sicura, protetta e consapevole? Preferiamo non parlarne né a scuola, né in famiglia? Questi sono i risultati. Dobbiamo bloccare questi meccanismi che hanno un impatto pesante sulle vite di queste donne, più o meno giovani. Sinceramente non è comprensibile nel 2016 questa diffusa allergia ai preservativi, ai contraccettivi. Anche una corretta informazione sulla contraccezione di emergenza deve essere adeguatamente diffusa, dobbiamo usarla solo in caso di “incidenti di percorso”, sottolineando che per una contraccezione corretta esistono altri strumenti (pillole ormonali, spirale, diaframma, impianti sottocutanei, anelli vaginali), e soprattutto che se non si usa il preservativo non siamo protetti dalle MTS.
Non abbiamo bisogno del populismo di Mario Adinolfi, emulo di Trump, che arriva a dichiarare: “Se il Popolo della Famiglia andrà al governo abolirà la legge 194.” A Radio 24 ha rincarato la dose: “(...) da sindaco di Roma andrò anche personalmente a sostenere i medici obiettori di coscienza e a parlare con le donne che vogliono abortire per aiutarle a compiere la scelta più naturale: far nascere il proprio figlio. Le dichiarazioni hanno suscitato sconcerto nei miei interlocutori radiofonici, ma continuo ad essere convinto che il Popolo della Famiglia debba offrire in ogni contesto testimonianza delle sue profonde ragioni d'essere: tra queste, seguire l'esempio di ogni donna e ogni uomo che lavora nei centri aiuto alla vita e fa nascere bimbi destinati all'aborto. Alla guida delle città aiuteremo i Cav a svolgere il loro lavoro prezioso.”
La 194 ha portato a una diminuzione molto significativa delle IVG, la sua abolizione porterebbe solo alla clandestinità, al turismo all'estero per chi ha i soldi, a un accanimento disumano sui corpi delle donne. Questa non è politica, se per raccogliere consensi si pensa di passare sulle vite delle donne con uno schiacciasassi. Siamo indubbiamente sotto attacco, a gennaio sono state inasprite pesantemente le sanzioni per le donne che ricorrono all'aborto clandestino, fuori dalle strutture accreditate https://simonasforza.wordpress.com/2016/02/21/obiettiamolasanzione/.
Questo è disprezzo nei confronti delle donne e dei loro diritti.
Non consentire loro di scegliere liberamente se diventare o meno madri è una violenza, una forma di tortura che non può trovare spazio in uno Stato civile e progredito. Siamo ancora una volta di fronte ad un tentativo di ri-assoggettamento totale dei corpi delle donne alla volontà degli uomini, un dominio maschile che ci vede come mero strumento riproduttivo.
Chiediamo rispetto delle nostre scelte e uno Stato che si impegni in modo significativo e capillare dell'educazione a una sessualità consapevole. L'unica cosa da debellare è l'ignoranza. Quindi più rispetto per le scelte riproduttive delle donne e più informazione e prevenzione! E ricordiamoci di applicare pienamente la L. 194/78.
Attenzione! Questo non è uno strumento chirurgico. Rendi l'aborto sicuro e legale