Domani mi laureo.
Papà ha guidato tutta la notte per andare a prendere i nonni giù in Puglia.
Durante il viaggio hanno sbriciolato taralli e racconti e si sono divertiti a ricordare episodi buffi di me da piccolo, ridendo un po’ troppo forte, per nascondere l’orgoglio.
Il nipote preferito.
Il più intelligente.
Quello che domani, primo della famiglia Cataldi di Gravina, prenderà la laurea.
In giurisprudenza. Per diventare un avvocato o forse addirittura un magistrato.
È già tutto pronto per la festa. Ghirlande, palloncini, sedie prestate dai vicini.
“Antonio, il figlio grande di Giuseppe si laurea!”
“Di già? Eh, ma si sapeva che avrebbe fatto strada, è sempre stato un ragazzo giudizioso, fin da piccolo…”
Mamma è chiusa in cucina da tre giorni e guai a chi le si avvicina, attratto dai profumi deliziosi che scappano fuori dalla porticina vetrata.
Perfino lo zio Piero ha rimediato una mestolata sulle dita!
Perché tutto deve essere perfetto, per questo giorno che sa di riscatto e fierezza.
Il giorno atteso fin da quando salirono su un treno con una valigia piena di desideri e paure, 30 anni fa.
L’unica che come al solito crea scompiglio è la mia sorellina Giovanna: cammina impettita avanti e indietro per la sala, declamando un’arringa a difesa del povero pollo arrosto che cuoce in forno.
È davvero un avvocato perfetto…
Quello che io non sarò mai.
Perché stasera io metterò fine alle menzogne nell’unico modo che riesco a immaginare per non deluderli.
Per non tradirli.
Stasera baratterò le bugie con la mia vita.
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Testo: Susanna Albertini (@lacompagniadelleparole)
Immagine: Envato Elements