36 città unite da nord a sud per la Giornata Mondiale della Prematurità e l'Italia si tinge di viola per i neonati prematuri.
Sono già 36 le città e le province italiane che hanno aderito all’invito della Società Italiana di Neonatologia (SIN) e di Vivere Onlus ad illuminare di viola, il colore simbolo in tutto il mondo della prematurità, alcuni tra i monumenti maggiormente rappresentativi del nostro Paese.
Per la Giornata Mondiale della Prematurità, che si celebra domani 17 novembre, l’Italia, da nord a sud, metterà da parte per qualche ora i suoi “tre colori” per fare spazio al viola dei piccoli prematuri.
Milano, Pavia, Cremona, Rho, Voghera, Vicenza, Merano, Bologna, Scandicci, Perugia, Ancona e Napoli, insieme ai comuni che già in passato hanno aderito all’iniziativa, come Torino, Genova, Brescia, Verona, Trento, Udine, Rimini, Modena, Parma, Reggio Emilia, Firenze, Prato, Siena, Taranto e Siracusa, si uniranno alla SIN e Vivere Onlus, per “accendere una luce” su questa importante problematica, sempre più frequente, ma ancora poco conosciuta, mostrando con il loro appoggio la necessità di eliminare le divergenze regionali nelle cure neonatali.
Tante le adesioni, che aumentano di ora in ora, per l’illuminazione dei monumenti cittadini, uno o più di uno, di piazze e palazzi. Ma ognuno nel suo piccolo può dare un contributo simbolico, portando un po’ di viola nella propria vita, nella propria casa o semplicemente nella bacheca di Facebook e Instagram con l’hashtag #worldprematurityday, contribuendo alle tante iniziative legate al mondo della prematurità.
Nel mondo 1 bambino su 10 nasce prematuro, cioè prima della 37ª settimana di gestazione, quasi 100 al giorno. In Italia sono circa 35.000 all’anno.
Grazie al Ministero della Salute l’iniziativa per la Giornata Mondiale della Prematurità sarà anche supportata con una campagna di comunicazione istituzionale, mediante uno spot televisivo realizzato insieme alla SIN, in onda da oggi 16 novembre, per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica su questo problema sempre più frequente e poco conosciuto.
LA SOCIETÀ ITALIANA DI NEONATOLOGIA LANCIA IL PATTO PER I NATI PRETERMINE
Accesso H24 in tutte le TIN italiane, corsi di rianimazione per i neonatologi e rete di Follow-up
strutturata, l’impegno della SIN in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità
“I neonati pretermine, cioè quelli che vengono al mondo prima della 37 a settimana di età gestazionale, sono
una grande sfida per la neonatologia e per la società. È necessario un patto, un’alleanza, tra tutti gli attori
coinvolti nel percorso nascita: dalle Istituzioni ai luoghi di cura ospedalieri e del territorio, dalle università
alle associazioni di volontariato e alle famiglie” dichiara il Presidente della Società Italiana di Neonatologia
(SIN), Fabio Mosca. “I neonati e le loro famiglie devono tornare al centro delle scelte politiche a tutti i livelli,
e ancora di più questi piccoli neonati più fragili, che richiedono attenzioni particolari”.
La SIN, in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità, che si celebra il 17 novembre, lancia un
appello per migliorare l’assistenza neonatale in tutto il Paese, chiamando tutti coloro che sono
direttamente o indirettamente coinvolti nella cura dei nati pretermine a sottoscrivere un “patto” di
collaborazione.
Il Patto ha già raccolto il consenso del Ministero della Salute, che supporterà l’iniziativa con una campagna
di comunicazione istituzionale, mediante uno spot televisivo realizzato insieme alla SIN, per sensibilizzare
l’opinione pubblica su questo problema sempre più frequente e poco conosciuto.
I neonati prematuri necessitano di strutture ed attrezzature moderne e di medici ed infermieri altamente
specializzati per garantire un’assistenza individualizzata ed un mix di cure sempre più avanzate.
L’Italia oggi è uno dei paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo per neonati di peso inferiore a
1500 grammi. Gli ultimi dati disponibili evidenziano, infatti, una mortalità nel nostro Paese dell’11,3%
rispetto al 14,3% delle più importanti TIN a livello mondiale (dati forniti dal Vermont Oxford Network).
Se si vogliono mantenere questi elevati standard di qualità oggi raggiunti nelle cure al neonato, sono
necessarie più risorse, umane e tecnologiche, ed il supporto delle istituzioni nazionali e locali.
“La nascita di un bambino prematuro, o che presenta fin dai primi momenti della sua vita delle patologie, è
fonte di sofferenza e di stress per i genitori, che si trovano proiettati bruscamente in una nuova realtà,
dolorosa e incerta, il cui impatto risulta spesso traumatizzante” continua il Presidente Mosca. “Per
supportare adeguatamente questi bambini e le loro famiglie è fondamentale poter contare su una rete
efficiente di cure perinatali, che deve iniziare durante la gravidanza e al momento della nascita, che deve
avvenire in Ospedali dotati di Terapia Intensiva Neonatale e proseguire anche dopo la dimissione, con servizi
di assistenza domiciliare e Follow-up adeguati e omogenei in tutto il Paese”.
Per farlo la SIN invita ad investire sull’attuale Rete dei Punti Nascita e delle Terapie Intensive Neonatali
(TIN) che non risponde più, al Nord, al Centro e al Sud del Paese, alle mutate esigenze assistenziali e alla
oggettiva disponibilità di risorse, carenti in particolare nelle regioni meridionali. Troppo poche le risorse
dedicate alla cura del neonato prima e dopo la dimissione dalle Neonatologie, in particolare quelle umane,
sia mediche che infermieristiche. La carenza di neonatologi è uno dei problemi più urgenti da affrontare per
continuare a garantire il buon livello delle cure neonatologiche in Italia, che presentano, comunque, grandi
differenze regionali, con un rischio di mortalità neonatale del 39% superiore al Sud rispetto al resto d’Italia.
La SIN e le Neonatologie italiane intendono impegnarsi, soprattutto, su tre punti:
- Garantire l’accesso ai genitori h24 in tutte le Terapie Intensive Neonatali. Nonostante gli sforzi
messi in campo negli ultimi anni, oggi solo il 61% delle TIN in Italia consente un accesso h24 ai
genitori, con forti disparità regionali.
La presenza dei genitori nella gestione quotidiana del neonato risulta indispensabile, per facilitare
più precocemente possibile il legame con i genitori e per permettere a mamma e papà di occuparsi
della care del proprio bambino nei diversi momenti della giornata. La permanenza dei genitori col
neonato 24/24h ha il fine di ridurre lo stress, facilitare l’allattamento materno ed il contatto fisico
tra genitori e neonati e aiutare la famiglia a partecipare nella presa di decisioni cliniche che
riguardano il proprio figlio.
- Organizzare corsi di rianimazione neonatale per tutti i neonatologi, per assicurare la migliore
assistenza possibile in sala parto in tutti i punti nascita italiani, fin dai primi importantissimi minuti
di vita. Le cure nella prima ora di vita - la famosa “golden hour” - possono influenzare in modo
determinante gli esiti a distanza di questi neonati estremamente vulnerabili. È dunque,
fondamentale che, in questo limitato intervallo di tempo, l’équipe medico-infermieristica applichi
efficacemente le linee guida di riferimento. È inoltre intenzione della SIN effettuare un’indagine per
valutare le dotazioni di attrezzature delle isole neonatali negli ospedali italiani.
- Migliorare l’assistenza dopo la dimissione, con una rete di servizi di Follow-up ben organizzata e
strutturata, oggi troppo eterogenea geograficamente e sottodimensionata rispetto alle reali
esigenze. Questi servizi sono fondamentali per proseguire le cure dopo la dimissione, ma anche
necessari ad effettuare la diagnosi precoce dei disturbi neurologici e sensoriali, con un inizio
tempestivo del supporto riabilitativo e abilitativo.
“Dobbiamo riportare il neonato al centro del futuro!” conclude il Presidente Mosca. “Per farlo c’è bisogno
dell’impegno di tutti gli attori coinvolti nel percorso nascita ed un intervento sinergico del mondo
scientifico e delle Istituzioni, per attivare iniziative di sostegno alla maternità e all’infanzia”.
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