Loro oggi compiono 4 anni. E il regalo, ogni giorno, l'hanno fatto a me. Sono in vena superpositiva, quindi questo post, che arriva con un ritardo inscusabile, ma casca in un giorno speciale, proseguirà cosi.
L'elenco dei doni che ho ricevuto è lungo. (Certo non più lungo delle ultime due letterine che abbiamo mandato a Babbo Natale, finalmente consapevoli, due mesi fa).
Ci metto il primo sorriso, quello del latte. Ovviamente moltiplicato per due. E la prima esplosiva risata che si sono fatti, guardandosi negli occhi, seduti sul tappeto della cucina.
Ci metto la prima volta che Arturo, dopo due settimane di tentativi, è riuscito a gattonare. La prima volta che hanno detto mamma (e anche papà).
Eleo che canticchia mescolando le parole e le strofe.
La prima poesia di Natale che hanno imparato a memoria, perfettamente.
L'unica volta che Eleo è andata all'asilo senza piangere.
Il bacio che ogni mattina Arturo mi manda dalla finestra della scuola.
Quei 4 occhi scintillanti ogni volta che aprono un regalo. Quei 4 occhi scintillanti quando io o il papà ritorniamo, inattesi, da loro.
Tutte le cose divertenti che hanno detto, e a cui mi riprometto di dedicare un post completo. In particolare, però, considero particolarmente preziosi i loro neologismi, quelli formulati tra i 3 e i 4 anni e che sono entrati a pieno diritto nel nostro "Lessico familiare".
Come "scappona" dedicato al peluches Gloria che non si trova mai perché scappa sempre. O "profumosa", come la mano della mamma spalmata di crema.
Festeggeremo il 4° compleanno con una sontuosa torta di Cars e una di Kitty che, spero, finiranno nella collana dei ricordi più belli, miei e loro, il vero tesoro, il castello su cui ogni giorno, costruiamo, non senza fatiche e guai, un futuro pieno di sorprese.