E’ un autunno strano, quest’anno, a Zurigo. Iniziato tardi, alla fine di un mese di settembre tipicamente estivo e arrivato all’improvviso con temperature schiettamente invernali. Lo shock termico è stato consistente e, di conseguenza, le esigenze di cambio di stagione sono diventate abbastanza urgenti.

Mi sono così trovata, per sopravvenute esigenze climatiche, a dover provvedere al volo al riassortimento dei calzini di mio figlio. E l’assortimento del calzino qui può essere un problema considerevole. Le scelte sono sostanzialmente 2 o 3:

- calzino cortissimo alla caviglia, tipicamente estivo e per scarpe sportive;

- calzino corto (a metà polpaccio, utilizzato nel 90% delle situazioni);

- calzamaglia.

La soluzione intermedia tra calzino corto e calzamaglia, ovvero il classico calzino al ginocchio, è qui oggetto di una caccia al tesoro. Difficilissimo da trovare: anche i negozi e grandi magazzini più forniti di abbigliamento per bambini spesso non ne hanno proprio. Quando capita il mezzo miracolo (e ormai ho individuato non più di 2 supermercati in cui si possono normalmente trovare) sono disponibili una o due fantasie, sempre sperando che le scorte della taglia desiderata non siano già terminate. Grandissima scelta. Ovviamente non parliamo dei prezzi, neanche se fossero tessuti con filo di metalli preziosi e non di volgare cotone/polyestere.

Ah, chiaramente lo stesso discorso vale pure per le calze da uomo: quelle al ginocchio sono sostanzialmente una rarità e il costo assume davvero proporzioni imbarazzanti. E’ capitata tempo fa un’emergenza anche per mio marito e meno male che nel weekend saremmo andati in Italia con la possibilità di fare tutto lo shopping del caso, altrimenti sarebbero stati dolori!

Non ho ancora avuto modo di svelare il misterioso motivo di cotanta penuria.

 

(Immagine di ZaraJ. Canada)

Ritratto di Carlotta G

Posted by Carlotta G

Da sempre curiosa di altre culture e abitudini, mamma espatriata con famiglia a Zurigo dal (quasi) lontano 2013. Blogger a tempo perso, studentessa suo malgrado di lingua teutonica e insegnante di Yoga, dove finalmente è solo se stessa e prova ogni tanto a indicare anche agli altri la possibilità di essere solo se stessi.
Da secoli si ripromette di scrivere un libro, forse, prima o poi. Non sullo yoga, ma sulla capacità di "vivere altrove". Intanto scrivo della mia vita a nord delle Alpi anche sul mio blog personale La vita a modo mio