L’uso di droga è sempre più diffuso tra i giovani. Secondo un sondaggio effettuato nel 2014 dall’Osservatorio Adolescenti di Telefono Azzurro e DoxaKids tra ragazzi e ragazze di età compresa tra 11 e 19 anni, il 13% degli intervistati ha dichiarato di assumere sostanze stupefacenti (marijuana, hashish, cocaina, allucinogeni, inalanti ed eroina) e il 53,6% di conoscere “almeno una persona” che ne fa uso. L’età della prima esperienza è 12/13 anni e, in base a quanto affermato dal 26,4% del campione, droga e alcool sono spesso assunti contemporaneamente.
A questi dati, si aggiungono quelli del dottor Ettore Zuccato, del laboratorio di Tossicologia della Nutrizione dell’Istituto Mario Negri di via La Masa, a Milano, secondo i quali nel capoluogo lombardo, ogni giorno, vengono consumate 10mila dosi di cocaina, che diventano 15mila durante il weekend.
Numeri che rendono tutt’altro che infondato il timore dei genitori che i proprio figli possano fare uso di droga.
Ma quali sono i segnali di una dipendenza, quali effetti ha sull’organismo e com’è possibile affrontare e risolvere il problema?
Un figlio che si droga: campanelli d’allarme
Come spiega il dottor Matteo Ferri, del centro di psichiatria e psicologia clinica Gruppo Ginestra, “capire che un figlio o una persona a noi cara utilizza sostanze stupefacenti non è una cosa così semplice o intuitiva”. I sintomi di una dipendenza, infatti, sono aspecifici.
Tuttavia, eventi come nervosismo, calo del profitto scolastico, perdita di interesse per attività prima svolte con piacere, abbandono delle amicizie più strette, frequenti uscite e ritardi o cambi di programma, numerose richieste di soldi e ammanchi di denaro possono essere considerati, singolarmente o nel loro insieme, dei campanelli d’allarme.
Nel caso specifico della cocaina, hanno valenza di segnale di pericolo disordini del ritmo sonno/veglia, comportamenti aggressivi e, nelle situazioni più gravi, disturbi psicotici di tipo paranoide.
Gli effetti della dipendenza da sostanze stupefacenti sull’organismo
La dipendenza da sostanze stupefacenti ha diversi effetti negativi sull’organismo.
La cannabis (marijuana, hashish, olio di hashish) ha un’azione dannosa sul sistema nervoso, sul sistema riproduttivo, sul sistema respiratorio, sul sistema cardiovascolare e sul sistema immunitario.
La cocaina provoca uno stress del sistema cardiovascolare e della circolazione, causando micro infarti cerebrali e danni cardiaci conseguenti all’intensa contrazione coronarica. Inoltre compromette il sistema nervoso, il sistema respiratorio, il sistema riproduttore, il sistema orofaringeo, è all’origine dell'infarto renale e di quello intestinale e di epatopatie.
L’eroina danneggia il sistema respiratorio e il sistema cardiocircolatorio, espone al rischio di malattie infettive come HIV/AIDS ed epatite B e C, provoca l'irregolarità del ciclo mestruale, causa il deperimento fisico per una progressiva diminuzione dell'appetito e ha un effetto dannoso sul cavo orale, alterando la salivazione con conseguente deterioramento dei denti e indebolimento delle gengive.
Le anfetamine sono neurotossiche, determinano l’innalzamento della pressione sanguigna e provocano l’aumento del battito cardiaco e della temperatura corporea, anche a livelli mortali.
Quando e come rivolgersi a uno specialista
Per un genitore, capire che si è davanti ai sintomi di una dipendenza da sostanze stupefacenti e non a una “banale” crisi adolescenziale, non è semplice. Tuttavia, nel momento in cui si la certezza o – quantomeno – un ragionevole dubbio, è importante agire in modo tempestivo, rivolgendosi a uno specialista.
Proporre a un figlio un supporto specialistico è tutt’altro che banale e una chiave per affrontare l’evento nel modo meno traumatico possibile è di comunicare i propri sentimenti di preoccupazione, comprensione e accoglimento, senza assumere atteggiamenti giudicanti e/o punitivi.
In certi casi, il colloquio specialistico può avere valenza collettiva e coinvolgere l’intera famiglia, in modo da aiutare tutti i membri a comprendere che cosa sta succedendo e fornire i mezzi per affrontare la situazione.
Gestione e cura delle dipendenze: il Gruppo Ginestra
Fondato nel 1981 da Roberto Bertolli (laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Torino, psichiatra e psicoterapeuta) e Furio Ravera (laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Milano, specializzato in Neuropsichiatria Infantile), il Gruppo Ginestra si occupa di servizi di psichiatria e psicologia clinica.
Tra gli ambiti di intervento del centro, ci sono la cura dei disturbi depressivi, d’ansia, psicotici, di personalità, somatoformi e il trattamento dell’abuso e della dipendenza da sostanze stupefacenti e farmaci.
Per quanto riguarda questo aspetto specifico, il Gruppo Ginestra offre un percorso di assistenza a 360°, che va dai colloqui ambulatoriali con il paziente al supporto ai familiari con incontri dedicati, dal ricovero per la disintossicazione a interventi domiciliari urgenti.
I trattamenti e le terapie sono svolti presso l’Ambulatorio di Foro Buonaparte 42, il Centro Terapeutico Diurno di via Macedonio Melloni 49 e la Casa di Cura Le Betulle, in viale Italia 36, ad Appiano Gentile.