"Vogliamo una scuola amica dove i bimbi con difficoltà facciano meno fatica", è una frase che possiamo considerare simbolica della situazione di tanti bimbi, bimbi con difficoltà di apprendimento, bimbi dislessici e discalculici, bimbi disgrafici e disortografici.
E molto più spesso bimbi che hanno più d'uno di questi disturbi, ma in forma lieve, sicchè il disturbo non è facilmente individuabile anche perchè non rientra perfettamente in una delle quattro casistiche più nettamente riconoscibili e i bimbi sono spesso confusi per bimbi distratti, svogliati, privi di interesse...
Ho detto bimbi, ma non solo.
Ovviamente ci sono tanti anche ragazzi, che in alcuni casi sono arrivati addirittura alle superiori senza una diagnosi, con alle spalle una carriera scolastica intera di insuccessi imputati sempre a distrazione e mancanza di impegno, ragazzi che tirano avanti alla meno peggio e che molto spesso sono portati dalla situazione che vivono a essere sempre più disinteressati, e a spegnersi, a perdere stimoli e passione.
E di passioni ne avrebbero eccome! I ragazzi con disturbi dell'apprendimento sono in genere ragazzi molto intelligenti, anche più della media (tra i dislessici famosi ci sono persone come Leonardo da Vinci e Einstein!) e che hanno spiccate doti che però finiscono spesso per perdersi nelle modalità di apprendimento che la scuola vuole uguali per tutti, non avendo tra l'altro neanche le risorse per realizzare degli apprendimenti diversificati.
E non sono solo i bimbi a fare fatica... spesso la fatica è anche dei genitori che non riescono a capire perchè loro figlio non riesca a stare seduto calmo a fare i compiti, perchè la sua attenzione è continuamente attratta da altro, perchè per lui è così difficile fare delle addizioni senza confondersi. Genitori che poi quando le insegnanti propongono un test restano spiazzati, fanno fatica ad accettare l'idea, come se avere difficoltà di apprendimento fosse una vergogna... genitori che però se scavassero nel loro passato ritroverebbero forse quelle stesse difficoltà, quelle stesse distrazioni e riuscirebbero forse a comprendere quella sensazione di essere diversi, di sentirsi soli e distanti dagli altri, incompresi.
Cosa fare allora? Avere fiducia nei propri figli, comprenderli, incoraggiarli, aiutarli ad esprimere i loro disagi e soprattutto osservarli, senza pregiudizi. E con serenità parlare con le insegnanti, ai primi segnali, chiedere un colloquio con la referente per i disturbi dell'apprendimento della scuola, contattare il servizio dell'Asl. Da quasi un anno c'è una legge che regolamenta i diritti dei nostri ragazzi con queste difficoltà, e gli insegnant devono tenerne conto.
La collaborazione dei genitori è importante, la scuola è sempre più povera di risorse, le classi sempre più numerose, gli insegnanti hanno sempre più difficoltà ad aggiornarsi e ad avere uno sguardo particolare su ognuno dei loro allievi e quindi i nostri figli hanno bisogno di noi, mamme e papà, affinchè ci impegniamo a che la scuola sia loro amica.
A genitori, insegnanti e bambini è dedicato il libro Abracadabra Lucertolina, edito dalla Casa Editrice Mammeonline, per i grandi affinchè ne sappiano un po' di più tramite l'opuscolo informativo e perchè attraverso le fiabe comprendano come parlare ai bimbi. Per i bimbi con difficoltò affinchè non si sentano diversi e per tutti i bimbi perchè imparino a comprendere che le diversità ci arricchiscono.
Articolo di Donatella Rosa, co-autrice del libro Abracadabra Lucertolina