In tutto ciò che ho fatto nella mia vita, ho sempre messo il cuore.
Ho scelto di iniziare a lavorare subito dopo il diploma, per trovare una mia dimensione.
Ho fatto vari lavori, sempre con impegno e dedizione, finché ho avuto l’opportunità di cimentarmi in una iniziativa imprenditoriale.
Beneficiando di finanziamenti pubblici per lo sviluppo della imprenditorialità giovanile, e con il supporto di imprenditori che avevano esperienza nel campo, ho avviato una azienda che operava nel settore della produzione di mobili.
Per 10 anni sono stata amministratore di questa azienda, crescendo professionalmente insieme all’attività e confrontandomi quotidianamente con acquisti, produzione, vendite e tutto ciò che comporta la gestione e la crescita di una azienda.
Anche in quegli anni mettevo il cuore in ciò che facevo e avevo instaurato con i dipendenti un rapporto di affetto e di rispetto.
Ero appagata, felice ed orgogliosa di ciò che facevo giorno per giorno.
Ma al mio progetto di vita mancava qualcosa di fondamentale.
Mancava il calore di una famiglia.
Quando mio marito (colonna portante e sostegno della mia vita) ed io abbiamo deciso di diventare genitori attraverso l’adozione, ho immediatamente capito che i figli che sarebbero arrivati avrebbero avuto bisogno di una mamma a tempo pieno.
D’accordo con mio marito ho deciso di porre fine a quel capitolo lavorativo della mia vita, importante, molto importante, ma che non aveva più spazio nei miei programmi futuri.
Da quel momento ho cominciato ad assaporare il piacere di dedicarmi alla casa, a mio marito e ai miei tre stupendi figli, quando siamo rientrati dalla Colombia con loro.
Ero diventata mamma e in quel momento mi sono resa conto che nessuna attività lavorativa avrebbe potuto eguagliare la soddisfazione e l’appagamento che dà essere madre ed avere una famiglia unita.
La mia priorità assoluta diventarono i miei figli, la loro crescita, la loro serenità, il loro equilibrio.
Nel corso degli anni mi è capitato di ricevere qualche proposta di collaborazione, considerata anche l’esperienza che avevo maturato e il buon ricordo che avevo lasciato.
Ma ho sempre pensato che non era ancora il momento per rimettermi in gioco, non lo desideravo, non ne sentivo il bisogno; al contrario i miei figli avevano ancora bisogno di avermi accanto in maniera continuativa.
E poi io sono convinta che nella vita tutto accade nel momento prestabilito.
Una sera a cena, con degli amici, si parla di una idea, un progetto che mi piace, che mi resta in mente per vari mesi…
Mentre io continuavo ad occuparmi della mia famiglia, ma sempre con quel pensiero in mente che aveva rapito il mio interesse, c’era qualcuno che continuava a mandare avanti il progetto, con ricerche di mercato, indagini, fino ad arrivare alla costituzione della società, alla realizzazione del marchio, alla ricerca del fornitore.
No, questa volta non potevo non entusiasmarmi di fronte a ciò che mi si stava proponendo.
E l’ho capito in quel momento esatto: quando ho visto il marchio disegnato dal mio socio.
Il marchio consiste in un cuore che sostiene una casetta.
Lo stesso cuore che ho sempre messo in tutto ciò che ho fatto nella mia vita
Mi sembra un sogno poter unire un progetto imprenditoriale alla mia passione per la cucina.
La nostra società si propone di produrre e commercializzare alimenti cotti biologici.
Quindi sughi pronti, realizzati con indicazioni fornite da me; paté di olive e altri prodotti legati alle stagionalità.
Prodotti scelti con cura, con passione e con amore. Prodotti biologici ed a km 0.
Siamo all’inizio. Abbiamo l’entusiasmo, le idee, la grande professionalità del mio socio, la mia esperienza professionale e una grande onestà di fondo.
Se vi va di visitare il nostro sito, per ora ancora in costruzione, vi lascio il link http://www.organicamore.com/
Storia di Bianca