Mi è capitato nei giorni scorsi di confrontarmi con una insegnante della Scuola Primaria che occupandosi dell'educazione motoria, per favorire la lateralizzazione dei bambini della prima classe proponeva un lavoro con i braccialetti colorati intorno ai polsi.
Le ho espresso le mie perplessità rispetto ad un lavoro che si basa indubbiamente sul condizionamento.
Infatti il bambino arriverà facilmente con i braccialetti a riconoscere la destra e la sinistra, ma durante tutto l'arco della sua vita non avrà sempre questi segnali che gli ricorderanno quale delle due mani si chiama in un modo o nell'altro.
Sempre in una Scuola Primaria mi è capitato di entrare in una classe e vedere sul muro dove sta appesa la lavagna due cartelli con su scritto 'destra' e 'sinistra' i bambini li vedevano fissi sul muro davanti a loro ma questo orientamento non poteva che cambiare non appena uno di loro si girava con la testa verso la finestra o andava verso la porta.
Chi più chi meno siamo stati tutti educati alla conoscenza delle due metà che compongono il nostro corpo attraverso questo tipo di metodologia in passato ampiamente utilizzata, ma oggi sappiamo che non appena il condizionamento cessa ci troviamo a dover utilizzare altre risorse per poter riconoscere la destra e la sinistra.
C'è invece chi, probabilmente della 'vecchia' scuola, ci vuole convincere che la strada più breve sia anche la più efficace... a me invece è venuto in mente un vecchio metodo che veniva utilizzato per far smettere le persone di fumare: si applicava un bocchino alla sigaretta che rendeva il sapore amaro ed induceva le persone al disgusto verso il loro oggetto del desiderio...risultato? Funzionava! Almeno finchè venivano posti questi bocchini amari sul filtro... ma una volta tolti?
La storia è quindi questa, finchè sussiste il condizionamento le cose vanno come ci aspettiamo ma non appena finisce e cioè togliamo i braccialetti un senso di disorientamento coglie il bambino che senza il 'rosso' sulla destra e il 'blu' sulla sinistra si trova a dover fare uno sforzo di memoria per ricordare dove essi erano stati posti...
La psicomotricità funzionale lavora in maniera differente, vuole far vivere sul corpo del bambino l'esperienza di efficacia di un emisoma rispetto all'altro, stimolando la sensazione e successivamente la percezione e solo dopo dandogli un nome.
In parole povere attraverso le esperienze ludiche di lancio della palla (per esempio) che vengono proposte con entrambe le mani si chiede al bambino con quale delle due mani si è sentito più efficace lasciando a lui le conclusioni, chi meglio di lui può percepire il suo corpo?
Questo tipo di impostazione favorisce una buona interiorizzazione delle sensazioni arricchisce il pensiero e permette al bambino di avere momenti privilegiati in cui lascia che a parlare sia il suo corpo,in termini di efficacia o meno ma sempre tenendo conto delle sue peculiarità.
Solo dopo un lavoro di questo tipo che parte dall'interno di sè e non dall'esterno con condizionamenti e sforzi mnemonici che privano il bambino di una importante occasione di dialogo ed arricchimento possiamo dire non solo di aver fatto un grande passo avanti perchè conosciamo la destra e la sinistra, ma di aver regalato al bambino la possibilità di conoscere il suo corpo, la sua efficacia nell'azione da compiere...e scusate se è poco...
Come sempre se avete dubbi domande e perchè no critiche vi aspetto sul Forum Sanitario!