Le scuole dell'infanzia stanno attraversando un momento davvero difficile. L'Italia come raramente accade, risponde fino ad oggi, con una buona offerta di posti, superiore alla media europea. E qui finiscono le buone notizie e cominciano quelle dell'attualità che vedono molti bambini esclusi in liste d'attesa a volte davvero consistenti.
Perché questa situazione?
Rispondere in modo sintetico è complesso. Le questioni più urgenti. Da una parte ci sono i tagli dettati dal patto di stabilità, dall'altra c'è un groviglio normativo che non consente agli enti di fare contratti né determinati né indeterminati. Ciò significa: non riuscire a sostituire chi va in pensione e non riuscire a coprire chi si assenta quindi niente/poche supplenti.
Chi gestisce le scuole dell'infanzia?
Il principale gestore da Roma in giù, è lo Stato e così i problemi non ci sono o meglio sono pochi. Molti però dei comuni del nord tra i quali: Bologna, Torino, Milano, Pisa, Venezia... hanno tante scuole a gestione comunale.
Cosa accadrà?
La più probabile delle ipotesi, visto anche l'andamento anagrafico in crescita è che si allungheranno le liste d'ingresso. Niente posto per i nostri bimbi in un servizio quasi davamo quasi per scontato. Brutto affare!
Le ipotesi per tamponare l'emergenza?
Molti comuni con la guida dell'Anci hanno chiesto di togliere le normative che ingessano i comuni in spesa e assunzione, almeno per questo servizio. La risposta? Nulla. Alcuni comuni hanno chiesto allo Stato di riprendere in carico le scuole. Risposta? Nulla. Ci si sta ingegnando per trovare altre forme di gestione.
E la qualità?
Tutti ne parlano... bisogna sorvegliare.
Articolo di Laura Branca - Bolognanidi