La prima forma di comunicazione che il bambino mette in atto per relazionarsi con il mondo esterno è di tipo corporeo. Quante volte abbiamo toccato il nostro pancione e ricevuto come risposta un calcetto?
La mamma attraverso il tocco comunica la sua disponibilità al dialogo e il bambino risponde toccando a sua volta la zona dove ha percepito il tocco. Dopo la nascita allo stesso modo il tatto comunica la disponibilità all'ascolto, allo scambio.
Il bambino nascendo comunica i suoi bisogni attraverso il pianto e ad uno stato di 'tensione' muscolare generalizzato, al quale la madre rispondendo restituisce un senso di rilassatezza generalizzato.
Si ottiene quindi uno schema molto semplice di percezione del bisogno caratterizzato da uno stato di agitazione che nel neonato si propaga a tutto il corpo seguito poi dalla risposta al bisogno e successiva rilassatezza muscolare. Questo schema in Psicomotricità viene chiamato dialogo tonico, perchè attraverso il tono muscolare la diade madre bambino instaura un vero e proprio dialogo che parte proprio dal corpo.
La fiducia nel mondo esterno si instaura grazie all'accoglimento del bisogno del bambino e dalla sua soddisfazione creando le basi sulle quali si costruiranno le relazioni future.
Un'attenzione particolare da parte della mamma va rivolta verso se stessa in questa fase e nelle successive, specialmente nei momenti in cui i bisogni del bambino non sono di così chiara identificazione, pensiamo ad esempio al periodo delle coliche, in cui a volte siamo più portati ad accumulare tensione a causa dei lunghi pianti. Il nostro corpo comunica attraverso la nostra muscolatura, se siamo preoccupate tenderemo ad avere un tono muscolare più alto e quindi in tensione, se non lo siamo anche la nostra muscolatura risponderà in maniera diversa.
Molto spesso succede che il bambino avverta la nostra preoccupazione attraverso ciò che il nostro corpo gli comunica e che quindi reagisca di conseguenza innalzando anch'egli il tono di base e portandolo ad una generale irritabilità.
Se riusciamo a percepire mettendoci in ascolto del nostro corpo queste variazioni e a controllarle anche il bambino si sentirà maggiormente accolto durante i momenti in cui sente il pancino in subbuglio per le coliche.
Questa speciale forma di comunicazione andrà avanti per molto tempo, anche quando il bambino sarà più grande. Quante volte ho ascoltato mamme che mi raccontavano di una visita dal dottore in cui il bambino si era comportato malissimo, piangendo e dimenandosi quando invece altre volte era stato bravissimo, ed alla domanda :- Ma tu, come stavi?- , - io ero preoccupatissima!- si erano già date una risposta da sole, perchè il bambino che 'sembra che senta quando sono preoccupata', la mia risposta è :- non è che sembra, lo sente, anche da come viene preso in braccio e toccato lo sente!- ed è quindi giusto che ne prendiamo coscienza per controllare poi le nostre emozioni, ma anche capire come esse siano comunicazione vera e propria quando siamo a contatto con i bambini, anche se ancora non le verbalizzano!