A quante di voi, care amiche, vi sarà capitato di trascorrere qualche giorno al mare o in montagna con i piccoli mentre i poveri mariti/compagni continuano a lavorare duramente in città?
Credo che sia un'esperienza condivisa da parecchie di noi. Beata, che sei al mare... io qui a Milano a bruciare dal caldo e a lavorare...
Già, perché noi mamme abbiamo forse delle ferie? Abbiamo dei giorni in cui ci possiamo dimenticare dei nostri piccoli "tiranni"?
Sto trascorrendo qualche giorno al mare a Rimini in un albergo a misura di bambino con tanto di baby dance, sala ristorante per i piccoli e tanti giochi sulla spiaggia. C'è pure una piscina bellissima con uno scivolo fantastico. Sono in un paradiso? Bé, diciamo che respiro aria diversa e sto facendo tanto esercizio fisico ma quanto al resto..
Giornata tipo, quella di oggi. Ho rischiato di rimanere con un figlio in meno perché, dopo la doccia di fine mattina, dopo il mare, mi sono attardata a bere un caffè al volo al banco del bar e mi ritrovo il paperello di tre anni che gira indisturbato accanto al bordo piscina che in teoria dovrebbe essere inaccessibile durante le ore del pranzo! Mi sono presa una strizza pazzesca e pensare che c'è anche la ragazza che intrattiene i bimbi al tavolo e con i giochi.
Mi sveglio alle sei perché le piccole pesti, anche se si sono addormentati alle 23 (due ore dopo rispetto all'ora solita), si sono svegliati presto. Con una faccia da zombie, li preparo e scendiamo in attesa che la sala della colazione apra i battenti. Poi spiaggia. Quattro ore tra giochi in acqua, tra la sabbia, tra scivoli e altalene, tra "mamma mi prendi un secchiello?" "mamma, bebe mi ha picchito" "mamma, mi scappa la pipì"...
Alle 12,30 mi faccio quei 500 metri che mi riconducono all'albergo. Doccia per tutti e pranzo con scampato annegamento. Andiamo in camera. Il piccolo dorme, il grande no! Continua a fare avanti e indietro e mi dice quanto deve contare prima che la piscina riapra. Mi spiace dirgli che dovrebbe contare almeno 60 per due ore.. Così tra qualche urla e minaccia passa il tempo. Poi, la giovane mamma si butta in piscina e per due ore e mezza fa giocare i piccoli instancabili eroi. Stremata, risalgo in camera e dopo la doccia e le varie creme, ancora mangiare. Peccato che ogni due per tre mi vedo arrivare uno dei due che mi dice: la carne è dura, la patatina è bruciata, mi fa male la pancia e devo fare la cacca...
Bè, dopo la baby dance facciamo una passeggiata in centro per un gelato? Sììììì!!!!! Mamma prendi una sola bici perché vogliamo essere portati da te!
Certo, che sarà mai, portare circa 45 chili su una bici alta due metri su e giù per i marciapiedi riminesi pieni di persone?
Poi, lascio stremata la bici e si continua a piedi ma il piccolo è stanco. Così sale sulle mie poderose spalle. peccato che abbia speso appena 600 euro per farmi risistemare il mio collo che ha tutto e di più. Arrivo in camera non so neppure come per sentirmi le critiche del più grande perché da madre un po' antiquata, non sono stata capace di caricare l'Ipad.
Questa è una giornata vera, che ho realmente vissuto e non un film di Dario Argento. Il soprannome che mi sono data? La schiava Isaura. Una madre quando mi ha sentito in spiaggia pronunciare questo appellativo mi ha guardata disgustata. FALSA! Ci sono queste madri con il sorriso stampato sul viso e non capisco come possano essere felici e serafiche. Forse hanno i genitori a casa e tre bay sitter ma io sono solo una delle tante madri italiane che si apprestano a passare qualche giorno di vacanza fuori città. Schiave Isaure unitevi, io vi capisco!