I bassi livelli di attività femminile rappresentano uno dei fattori più critici del mercato del lavoro italiano.

La Strategia di Lisbona ha definito come uno degli obiettivi più qualificanti per i Paesi dell’Unione Europea il raggiungimento di un tasso di occupazione femminile delle donne in età compresa tra 15 e 64 anni pari al 60% entro il 2010.

La convinzione sottesa a tale proposta attiene direttamente alla sostenibilità della crescita economica per cui è necessario aumentare non solo la produttività del lavoro, ma anche il tasso di occupazione generale, oltre che ridefinire il ruolo stesso attribuito alla componente femminile della popolazione.

Benché negli ultimi anni le donne italiane, il linea con gli altri Paesi dell’OECD, abbiano espresso una più intensa socializzazione con il mondo del lavoro, tuttavia, la quota di donne attive in Italia risulta ancora bassa e lontana dagli obiettivi della strategia di Lisbona.

L’offerta di lavoro femminile non presentava, già prima del 2008, ritmi di crescita nei tassi di attività e occupazione tali da soddisfare le politiche comunitarie; questa situazione è andata, negli anni più recenti connotati da una forte recessione, ulteriormente aggravandosi anche in quelle regioni, come la Toscana, che fino a pochi anni fa erano da considerare virtuose.

Aggrava la situazione la correlazione tra lavoro e precarietà: la crescita dell’occupazione femminile, negli ultimi anni, avviene in funzione di una continua flessibilizzazione dei rapporti di lavoro per cui le donne italiane entrate nel mercato del lavoro soffrono condizioni svantaggiate dal punto di vista della posizione, dell’orario, del salario e raramente arrivano a livelli decisionali che consentirebbero loro di avere un’influenza sia nelle politiche aziendali sia in quelle di genere. Il fatto che l’Italia a tutt’oggi risulti uno dei Paesi dell’OCSE con i più bassi tassi di attività femminile trova giustificazione in una pluralità di fattori di tipo culturale, politico e organizzativo-strutturale. 

Di qui la necessità di avviare un percorso di ricerca in grado di affrontare il problema tramite una pluralità di chiavi di lettura, legate sia al mercato che al contesto socio-culturale e familiare, quali luoghi dove matura la decisione di partecipare o di non partecipare.
 
La molteplicità dei punti di vista e l’applicazione di modelli teorici differenziati adottata nel corso dell'indagine si è posta l'obiettivo di sviluppare una lettura dei dati articolata, facendo emergere classificazioni diverse e spiegazioni innovative, in grado di orientare l’attività di policy volta ad incrementare la presenza femminile nel mercato del lavoro.
 
Gli obiettivi specifici che si è posta la ricerca  possono essere riassunti in:
1. Individuare le diverse tipologie di inattività; fornirne una quantificazione il più possibile corretta e rintracciabile in una prospettiva temporale tale da consentirne un’analisi di trend.
2. Mettere in luce le caratteristiche sia oggettive che soggettive, sia endogene che esogene che condizionano maggiormente lo stato di attività/inattività femminile.
3. Individuare le implicazioni che lo stato di inattività ha sia sulla dimensione economica (a livello di bilanci familiari ma anche di salario di riserva) che su quella culturale, sociale, relazionale delle donne interessate nonché sul loro rapporto al mercato del lavoro e alla formazione.
 
La complessità degli obiettivi posti ha portato l’équipe di lavoro composta da ricercatrici del Dipartimento di Scienza della Politica e Sociologia dell’Università di Firenze alla scelta di adottare una metodologia d'indagine complessa e sperimentale almeno nella misura in cui si è cercato di andare a "cercare" le donne inattive là dove era più possibile trovarle lasciando che dall'incontro nei luoghi normalmente frequentati anche dalla casalinghe, queste avessero la possibilità di parlare delle proprie esperienze.
 
E' stata realizzata un'indagine attraverso questionario che ha previsto tanto l'attività di ricercatrici che hanno presidiato centri commerciali, mercati, scuole, giardini, associazioni sportive, sia l'attivazione di un sito dedicato alla ricerca www.iolavoroacasa.it. dove era possibile compilare il questionario on line.
 
Nel corso del periodo che va da luglio a ottobre 2012 sono stati raccolti oltre 500 questionari di questi poco meno di 200 riferibile a donne completamente inattive; 62 a donne occupate; 84 a donne in cerca di occupazione 10 a pensionate; 8 a studentesse, 22 ad altre tipologie mentre 134 questionari sono risultati incompleti.
 
Per tutte le donne coinvolte è stato possibile acquisire informazioni relative all'organizzazione del lavoro domestico, al livello di condizione del coniuge, all'utilizzo di collaborazioni acquisite sul mercato o ricercate all'interno delle relazioni parentali; il livello di soddisfazione e la tipologia di bisogni percepiti; indicatori indiretti sulla condizione economica oltre che informazioni di carattere socio anagrafico sull'intervistata e sul suo nucleo familiare.
 
Per le sole casalinghe, invece, la rilevazione è scesa maggiormente in profondità nel tentativo di evidenziare: le caratteristiche sociali della famiglia di origine i modelli sociali e culturali interiorizzati; l'universo relazionale; le motivazioni alla base della condizione di inattività; il livello di soddisfazione rispetto alle scelte fatte; la disponibilità a lavorare e a quali condizioni; eventuali esperienze pregresse di lavoro.  
 
A seguito dei contatti raccolti nel corso di questa fase dell'indagine è stato possibile realizzare alcune interviste in profondità mentre ulteriore materiale utile ai fini della ricerca è stato raccolto attraverso il blog la 27a ora. Quest'ultima esperienza ha fatto emergere l'enorme potenziale conoscitivo della rete e dei forum di discussione on line. Si è così scelto di condurre un ulteriore approfondimento di ricerca attraverso il coinvolgimento del sito mammeonline.
 
Ci serve la collaborazione per:
1) la compilazione del questionario collegandosi al sito www.iolavoroacasa.it;
2) promuovere la discussione sul forum intorno al tema dello stare fuori dal mercato del lavoro (scelte, implicazioni, vincoli ed opportunità);
3) realizzare alcune interviste on line con donne che “stanno casa”.
 
Per ogni ulteriore informazione o per mettersi in contatto con il gruppo di ricerca scrivere ad annalisa.tonarelli@unifi.it
Scheda di sintesi a cura della Coordinatrice della ricerca Dott.ssa Annalisa Tonarelli - Dipartimento di Scienza della Politica e Sociologia Università di Firenze
 
 
 

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