Il nostro amico degli animali, il medico veterinario Diego Manca, è anche un appassionato autore di libri per bambini dove i protagonisti sono gli animali: esce ora il suo "Favolario: le favole del veterinario".
Caro Diego, ci vuoi raccontare come nascono le tue favole?
Gli animali sono i protagonisti delle mie favole, e non poteva essere altrimenti vista la mia professione, e nella loro genuinità ci raccontano esperienze e disavventure. Trattare quotidianamente con gli animali vuole dire entrare in un’altra dimensione: quella della non competitività, della disponibilità e schiettezza.
D’altronde il mondo animale ha sempre fatto da sfondo ai racconti che hanno modellato l’immaginario infantile e i bambini adorano gli animali: l'animale affascina, incuriosisce, stupisce; inoltre è una fonte inesauribile di creatività e fantasia ed il gioco è il suo linguaggio.
Qual è il messaggio che vuoi far arrivare al tuo giovane pubblico?
Io cerco di stimolare il giovane lettore alla lettura e all’approfondimento di alcuni argomenti e curiosità incontrati leggendo le mie favole, come per esempio nel racconto “La Balena Floriana”: è mammifero (e non un pesce) che pesa normalmente 100 tonnellate, che affiora per respirare ogni ora circa; in “Mimmo il ragno”: 4 paia di zampe, la seta del ragno è la fibra naturale più forte che si conosca, più forte perfino di un filo di acciaio dello stesso diametro.
Tipi di ragnatele: a imbuto, a cupola, a tubo. La famiglia degli argiopidi produce seta; in “Wang, il panda allergico alle graminacee”: il panda, che è comunque un orso, non va in letargo, circa 5 mesi di gravidanza, nascono bianchi; in “ I pesciolini rossi Billy e Rocco”: l’età di un pesce non si stima dalle dimensioni, ma dalle squame che hanno degli anelli di crescita come gli alberi.
Ma non sono solo avventure: quali sono i valori che questi animali incarnano tramite le tue storie?
I miei racconti, nel gioco del narrare trattano temi importanti come la solidarietà, l’amicizia, il rispetto per gli esseri viventi e l’ambiente.
E poi c’è sempre il paradosso, che in natura normalmente non fa sconti perché se una mosca come Tosca non riesce più a volare perché ha paura, o un ragno come Mimmo non è capace a tessere la ragnatela o una volpe come Felicina non è furba ma sciocca, normalmente la natura fa la sua selezione, determinando la loro fine.
Nelle mie favole, invece, i protagonisti animali si rimettono in gioco, si riscattano e riescono a inventarsi un nuovo modo di vivere, di affrontare la vita spesso improntata verso un aiuto dei propri simili ritrovando se stessi e la felicità perché la vera felicità è fare la felicità degli altri.
E poi in ogni favola c’è sempre una morale positiva. Penso che la morale di una favola proposta da un animale abbia uno spessore molto importante perché l’animale rispetto a noi umani, come ho ricordato già altre volte, è disinteressato, non valuta la situazione in base all’aspetto fisico, non ha doppi fini, è sempre disponibile.