Può capitare che il vostro micio, mentre lo state coccolando, inaspettatamente inizi a graffiarvi (di solito afferra la mano con gli artigli delle zampe anteriori e scalcia con le posteriori) e/o mordervi sopportando il contatto fisico solo per un ridotto periodo di tempo.
In questi casi, il gatto si comporta amichevolmente finché non siete nei paraggi, ma diventa litigioso se subentra una vicinanza fisica. Di solito i mici che mostrano questi atteggiamenti sono in apparenza affettuosi; ci sono però dei segnali che, generalmente, il gatto manifesta prima di sferrare l’attacco: appiattisce le orecchie sulla testa, muove a scatti la coda, dilata le pupille. Se poi l’aggredito urla, reagisce agitandosi in maniera esagerata, togliendo la mano maldestramente, può in questo modo accrescere l’aggressività del micio. Paradossalmente dopo tale comportamento, come per alleviare il nervosismo accumulato, di solito il gatto inizia a leccarsi e lavarsi, come se nulla fosse successo.
Viene ipotizzato che questo comportamento sia provocato dal fatto che certi gatti, durante le prime fasi di vita, non hanno avuto (o avuto troppo poco) la possibilità di contatti e manipolazioni con l’uomo. Un periodo fondamentale nella vita del gatto è quello di socializzazione, che si compie tra le 2 e 7 settimane di vita, durante il quale può imparare a considerare come abituali sia i vari stimoli ambientali, che il contatto con persone o altri animali. Se questo periodo non verrà vissuto nella giusta maniera, un gatto potrà manifestare da adulto dei comportamenti deviati. Per creare un carattere equilibrato è indispensabile la presenza di mamma micia e dei fratellini che gli insegneranno la capacità di rinunciare a morsicare e graffiare, retraendo le unghie. Senza questa possibilità da adulto non si renderà conto, graffiando e morsicando, di procurare dolore. È importante non insegnare al gattino a giocare con le nostre mani o i nostri piedi. Per le attività di gioco è meglio utilizzare solo giochi o comunque oggetti.
Un’altra ipotesi per questo atteggiamento aggressivo da parte di Micio è che ci sia una sovrapposizione delle terminazioni del tatto con quelle del dolore determinando un disturbo quando viene coccolato. Anche le insoddisfazioni possono scatenare in certi gatti l’aggressività.
Esempio: se al micio viene proibito di poter attuare i suoi comportamenti e riti naturali come uscire a suo piacimento, azione che gli è negata perché la porta è chiusa; oppure l’impossibilità di far sloggiare un gatto sconosciuto che sta occupando una parte del giardino, o ancora l’impedimento di accoppiarsi con libertà. Questi stress potrebbero indurlo a scaricare la tensione aggredendo un animale o un umano.
Questo problema non ha predisposizioni di razza o di sesso e può presentarsi anche in gatti molto giovani. Se vi trovate in compagnia di un micio che manifesta questo malessere il consiglio è quello di abituarlo gradualmente al vostro contatto, accarezzandolo per breve tempo interrompendo le coccole prima ancora che lui inizi ad innervosirsi.
Sarebbe meglio che voi aspettaste che sia lui a decidere quando è il momento di farsi accarezzare e comunque qualsiasi contatto dovrebbe essere instaurato in momenti di tranquillità e non di confusione come durante la presenza di persone estranee, bambini che strillano, musica a volume alto. Se invece l’aggressività di Micio è sempre più manifesta e continua, sarebbe meglio consultarsi con il proprio veterinario di fiducia per una adeguata terapia.
Diego Manca, Medico veterinario.
Già autore dei libri: "Le fiabe per...giocare con il corpo imitando gli animali" edito da Franco Angeli nel 2008 di cui è coautore, "Benedetti animali!" edito da Armenia editore nel 2010 e "Il camaleonte Argonte" edito da Armando editore sempre nel 2010.
Ora in libreria il nuovo libro "Favolario: le favole del veterinario" Ed. Buk