Il sentimento più difficile da gestire in questi miei anni da mamma in provetta è stato il terribile senso di non-appartenenza, quella sensazione che mi portava a guardare le migliaia di mamme intorno a me sentendomi un'aliena.
Era come se tutte le mamme facessero parte di un grande e meraviglioso cerchio e io fossi stata condannata a starne fuori. Da qui scaturiva ogni forma di autolesionismo e frustrazione...
Guardando i negozi per bambini, spuntava fuori la vocina: "Tu non puoi guardarli, tu NON SEI una mamma"
Sentendo parlare di mamme e lavoro... "Tu non puoi intervenire, tu NON SEI una mamma"
Leggendo di corsi e di incontri per neomamme... "Tu non puoi partecipare, tu NON SEI una mamma"
Poi un giorno, l'illuminazione!
Sì, la luce si è accesa e ho scoperto che quel cerchio meraviglioso era molto più grande di quello che avevo sempre creduto. Quel cerchio meraviglioso aveva spazio anche per le mamme come me, quelle mamme in attesa di un bimbo semplicemente in ritardo sulla tabella di marcia.
Ho capito che, in un modo o nell'altro, dentro a una provetta o da un Paese lontano, il mio piccolo, presto o tardi, sarebbe arrivato e questo faceva di me una vera mamma. Una mamma come le altre.
A renderci madri non è una vita nella nostra pancia e nemmeno una carrozzina da spingere o una pappa da preparare, ma solo e unicamente quell'immenso desiderio che culliamo infondo al cuore.
Per cui domenica 11 maggio, care mamme in provetta, sorridete anche voi perché la Festa della Mamma è anche nostra!
Auguri a tutte!