Angela Articoni, dottoranda di ricerca in Pedagogia e Scienza dell'educazione, nonché specializzata ma anche appassionata di Letteratura per l'Infanzia, è l'autrice di questo prezioso libro.

Ne La sua barba non è poi così blu... Immaginario collettivo e violenza misoginia nella fiaba di Perrault si parte da una fiaba, una delle più cruente e terribili (una fiaba che, ci spiega Angela, in realtà non è stata scritta da Perrault per i bambini) per parlare invece della realtà, ancora più atroce, del femminicidio e della violenza contro le donne, oggi, nelle nostre città e nelle nostre case.

Durante questo percorso l'autrice ci parla di Barbablù, di cosa rappresenta nell'immaginario collettivo di oggi, di come sia diventato un simbolo dell'uomo che uccide o fa violenza sulla propria donna. È un personaggio inventato da Perrault? O l'autore si è ispirato a qualche storia e a qualche personaggio del passato? Ci sono varie ipotesi, varie idee e l'autrice ci appassiona nel raccontarcele.

Ma torniamo al titolo. Cosa vuol dire? "La sua barba non è poi così blu..."  è quel che dice la moglie di Barbablù che decide comunque di sposarlo nonostante le misteriosi sparizioni delle precedenti mogli. Barbablù pare un uomo dai modi educati e gentili, ha un'ottima posizione economica e sociale... non può insomma essere un essere tanto mostruoso. E come non pensare alle tanti frasi che sentiamo dire dalle donne che quotidianamente sopportano violenze fisiche e psicologiche: "In fin dei conti mi ama", "Non succederà più...", "L'ha fatto perché era stressato...".  Noi donne possiamo essere addirittura capaci di assumerci la responsabilità delle violenze subite... un po' come fa Charles Perrault nell'insinuare che se la moglie di Barbablù avesse tenuto a freno la curiosità... se non avesse a tutti i costi voluto aprire quella porta...

Dunque un libro per riflettere, attraverso la fiaba, sul dramma della violenza di genere. Ma anche un libro per analizzare come la fiaba si sia evoluta e trasformata, come sia stata illustrata nel tempo, rivisitata nella letteratura e negli albi illustrati più recenti, come Barbablù sia stato interpretato in oltre un secolo di cinema.

Soprattutto un libro che, in mano ad insegnanti “illuminati”, può essere uno strumento prezioso per acquisire idee e strategie per parlare con ragazzi e ragazze di violenza contro le donne, di comportamenti nelle relazioni, di educazione ai sentimenti, di cercare anche di riflettere sulla storia della relazione tra uomo e donna, sul perché la violenza venga fuori in rapporto a certi comportamenti. Le fiabe classiche hanno tanto da insegnare, sono degli straordinari strumenti di apprendimento, a maggior ragione se ci sono dei libri che, come questo, in modo pregevole, ci guidano a scoprirle e usarle.

Recensione a cura di Donatella Caione, editrice

 

 

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